13 OTTOBRE 2019 – PARCO DEI CASTELLI ROMANI
CHISSA’ COME SAREBBE TORNARCI…
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre
Queste poche frasi di Josè Saramago riassumono il senso profondo del nostro camminare a piedi liberi, dove la vera scoperta sta nel sorprendersi ogni volta di quanta bellezza l’incontro con un territorio, anche già visto, possa continuare a regalare a noi e a chi lo abita.
Si perché noi avevamo già percorso questo tratto del Cammino Naturale dei Parchi, avevamo già visto gli immensi panorami della Via delle Creste, avevamo già sperimentato la meravigliosa accoglienza dei borghi di Capranica Prenestina e Guadagnolo, e sapevamo anche cosa poteva aggiungere ad una così già bella esperienza di cammino la guida dei Guardia Parco.
Eppure il solo pensiero di ripercorrerlo in occasione della Giornata del Camminare ci ha fatto sorridere gli occhi e lanciare in una nuova avventura dove l’incontro avrebbe giocato ancora una volta il ruolo principale.
L’incontro con…
….i Guardia Parco dei Castelli Romani, co-organizzatori dell’iniziativa, che ci hanno guidato lungo il tratto di un Cammino che conoscono molto bene, anzi, possiamo dire, che conoscono meglio di chiunque altro. Sono stati infatti proprio loro insieme ai ragazzi del servizio civile a tracciare e segnare questo percorsosuggestivo e affascinante che, snodandosi fra vallate e alte quote dell’appennino centrale e attraversando 42 borghi fra Lazio e Abruzzo, esce da Roma per arrivare all’Aquila. Un progetto che nasce dal lavoro congiunto di 7 aree protette, che si sono conosciute, incontratee confrontate per creare la cosa forse più naturale del mondo: un cammino che le attraversasse. Ed è veramente bello, in questo mondo dove tanti cercano di difendere e valorizzare solo il proprio, sentire Luca, Emanuele e Sandradel Parco dei Castelli Romani usare parole di stima e bellezza anche verso gli altri Parchi coinvolti nel progetto.
..con Rosaria Olevano, Responsabile del Museo Naturalistico di Capranica Prenestina, una donna che ama profondamente il suo territorio tanto da essere diventata un punto di riferimento per tante iniziative di valorizzazione, di riqualifica e di cittadinanza attiva. E’ stato bello vederla arrivare all’appuntamento domenica mattina, insieme a due dei ragazzi del servizio civile che lavorano presso il Museo e che, proprio quel giorno, erano impegnati nella ripulitura di un meraviglioso fontanile. “Il fontanile a Valle” ci ha raccontato Rosaria, “un fontanile suggestivo che rappresenta un pezzo fondamentale della storia di Capranica e dei monti prenestini e che, se manutenuto, potrebbe diventare una piacevole tappa per i percorsi di sentieristica”.
… con il barista, il fornaio, il venditore di castagne e tutti gli abitanti curiosi di Capranica e Guadagnolo Sono loro che ci hanno regalato aneddoti, storie e prelibatezze della loro casa. Sono loro che ci hanno trasmesso il sapore di un luogo speciale dove tornare e, a qualcuno di noi, il desiderio di poterci perfino vivere.
….con l’estrema bellezza delle altezze, del vento, delle mucche, delle rocce, delle discese e delle salite e di quel sereno silenziodel Santuario della Mentorella, che ha regalato a chi ha avuto il desiderio di arrivarci dopo pranzo, un tempo di grande spiritualità
…e infine l’incontro con tutti i partecipanti di questa iniziativa che cominciano a conoscerci e ad appassionarsi ad un modo di camminare che non si limita a passare una bella giornata fuori, ma che vuole conoscere, approfondire, incontrare e farsi incontrare da territori e comunità.
E così quello che avevamo percorso sotto un acquazzone estivo l’abbiamo rivisto con il sole d’autunno, quello che avevamo fatto in pochi l’abbiamo vissuto in compagnia di tanti, le salite con lo zaino pesante le abbiamo rifatte più leggere, ogni tratto di strada ha avuto un sapore diverso e anche la scalata della piccola falesia ha perso la tensione della prima volta per lasciare spazio al senso più giocoso dell’avventura.
E chissà come sarebbe tornarcid’inverno con la neve, in un giorno di primavera tra i campi in fiore o in una notte di mezza estate magari passando per quel Fontanile a Valle che sono certa saprebbe più che ricambiare l’amore e la cura con cui i ragazzi del servizio civile lo stanno facendo rinascere…